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Investire in agricoltura in Sardegna

Investire in agricoltura in Sardegna

Investire in agricoltura in Sardegna

La Sardegna è una terra che offre diverse possibilità. Di solito si pensa al settore turistico per la sua bellezza e la quantità di chilometri di costa incantevoli che attira moltissimi turisti nel periodi primaverile ed estivo.C’è un’altra Sardegna che ha una vocazione altrettanto valida con possibilità probabilmente ancora inespresse. Investire in agricoltura: L’agricoltura Sarda può vantare un territorio ad alta vocazione per diverse coltivazioni.

A ciò si deve aggiungere la vitalità delle amministrazioni che tendono ad erogare sostanziosi contributi per avviare nuove imprese agricole allo scopo di sostenerle nel loro momento più delicato.

Investire in Sardegna in agricoltura ha buone prospettive di riuscita a patto che si conoscano bene le tecniche e si sia inseriti nel tessuto sociale locale per la necessaria fase burocratica, finanziamenti compresi.

Di seguito alcune idee pratiche possono indirizzare a grandi linee verso il tipo di produzione agricola più consueta per questo territorio. Più in la si tratterà il caso specifico della Quinoa come alternativa emergente.

Tra le colture tradizionali se ne citano alcune:

  • Colture annuali erbacee: cereali come grano, farro, orzo. Tra i legumi secchi sicuramente le lenticchie e le cicerchie;
  • Colture erbacee perenni: sicuramente il carciofo, importante è il Carciofo Spinoso Sardo che è un prodotto tipico di gran pregio;
  • Colture arboree perenni: la vite, l’olivo, le aromatiche e i frutti.

Ci sono molte possibilità tra le quali scegliere e rispetto alle quali è bene fare delle indagini locali e capire per tempo la redditività con le valutazioni di mercato nella zona precisa dove svolgere la coltivazione.

Sono le associazioni di categoria locali che dispongono delle informazioni particolari, come C.I.A. o Coldiretti. Le associazioni locali sono imprescindibili se si vuole far partire un’azienda agricola a carattere professionale. Particolare attenzione bisogna porla per i finanziamenti che in questa Regione non mancano mai.

Una precisazione è d’obbligo poiché chi investe in agricoltura deve anche avere lui stesso una sua vocazione particolare. Il tempo da dedicare alla terra è molto e le tecniche agricole richiedono attenzione.

Si pensa che il fattore vocazione verso alcune colture sia superiore alla valutazione del ricavo che se ne può trarre, poiché la qualità sta diventando sempre più importante. Rispetto ai prezzi di mercato si può riuscire a prevalere per metodologie di coltivazione fatte con determinate caratteristiche in linea con l’attuale domanda per alimenti sani e biologici.

Il caso della Quinoa come opportunità locale in sviluppo

Da qualche tempo la quinoa è entrata nella nostra dieta. La si usa al posto del riso e come il riso. Un trend in crescita grazie alle sue proprietà che ha attirato molti consumatori vogliosi di cibi “nuovi” che promettono di prendersi cura del corpo. Nel nord Italia questa coltivazione è già presente e sta dando buoni frutti.

La Sardegna si vuole inserire sin da subito nell’evoluzione di questo genere di coltivazione poiché il suo territorio ed il clima di cui gode l’isola, sono favorevoli. Una coltura alternativa considerata molto interessante sia per la domanda che per la sua qualità alto-spendente che fanno prevedere buone prospettive di guadagno.

InnoQuinoa è un progetto messo a punto dalla Sardegna Ricerche che ha provveduto pure al finanziamento. Sono 12 le aziende agricole coinvolte per avviare questo esperimento, con lo scopo di imparare non solo le tecniche di riproduzione ma anche i processi di tutta la catena produttiva per arrivare a produrre quinoa.

La quinoa è un cereale ad alto contenuto proteico ed è per sua natura privo di glutine, la domanda proviene anche da uno specifico segmento di mercato in grande sviluppo e dovuto alla maggiore attenzione alla celiachia in particolare.

La sfida che è alla base del progetto è quella di riuscire a fornire un cereale con caratteristiche peculiari sue proprie attraverso la produzione che si avvale degli stessi macchinari utilizzati per la coltivazione dei cereali consueti. L’obiettivo è prettamente economico, assicurare maggiore resa finanziaria a parità di quantità prodotta.

Lo sviluppo della quinoa

Al pari della barbabietola e dello spinacio, la quinoa è una pianta erbacea annuale. La si definisce anche come “pseudo cereale”, poiché, non fa parte della famiglia delle Graminaceae, come frumento, riso, mais.

Proviene dal Sud America principalmente Bolivia, Perù e Colombia ed ha una lunghissima tradizione lunga 5 mila anni. La ripresa della produzione risale al ‘900 dopo che era stata soppiantata dagli europei invasori con frumento soprattutto.

Nel 2013 il grande boom a causa dell’interesse internazionale e della dichiarazione di anno Internazionale della quinoa da parte dell’ONU. Ci ha pensato poi la FAO a dichiararla coltura alternativa adatta a risolvere i problemi di malnutrizione.

C’è da dire che non si tratta di una passeggiata poiché le tecniche migliori ancora non sono state perfettamente calibrate sui parassiti di casa nostra. Bisogna comprendere l’adattabilità della nuova coltura e poi verificare la catena fino al consumo. I protocolli sono ancora da formare ma per chi vede in la, muoversi per tempo può rilevarsi un buon affare.

 

 

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Michele Corrias

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